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petrovForse molti non lo sanno, ma noi tutti siamo vivi grazie ad un ufficiale sovietico di Vladivostok, che, con una presa di posizione di grande coraggio, ha deciso che non era il momento di scatenare una guerra nucleare. E' morto nel 2017, si chiamava Stanislav Petrov. Il suo nome, grazie ad alcuni ricercatori statunitensi, dopo anni di anonimato, è entrato nei libri di storia, nelle conferenze sulla pace e sul disarmo, perfino nelle relazioni della NATO.
La sua è una storia emblematica, che ha molti spunti di riflessione.
C'è il rapporto di quest'uomo schivo e silenzioso con un regime che non ammette errori. C'è il suo rapporto con le macchine, giudicate perfette, ma che a lui lasciano dei dubbi. Siamo negli anni '80 e non si parla ancora diffusamente di Intelligenza artificiale e forse sarebbe il caso di togliere quel termine "Intelligenza", perché nessuna macchina è intelligente è solo un cretino molto veloce. Petrov questo lo sa, lo impara osservando il lavoro non sempre privo di errori del sistema OKO, che deve avvertire se o quando un missile statunitense parte verso l'URSS.
La storia che racconto a NSSI martedì 8 luglio (20,50) è probabilmente poco conosciuta, ma è importante, non solo perché quell'uomo ha salvato il mondo, come titola un film del 2014, ma per le conseguenze sociali e, credo, culturali che il suo gesto ha prodotto.